Pax Christi

Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro

Già molto tempo esposi alla Paternità Vostra il desiderio di lasciare gli studi per andare in ajuto de' Padri nostri che attendino alla conversione de' barbari. Ma alla mia preghiera non fu fatta risposta alcuna. La nuva apertura del convitto d'idolatri affidato alla cura de' Nostri mi dà animo a supplicare di bel nuovo la Paternità Vostra della medesima grazia. O che conforto sarebbe per me rischiarare le tenebre di que' miseri giovanetti che vivono nell'idolatria, e condurli al Signore in contracambio di quelle anime che a Lui tolsi co' miei scandali nel secolo! non creda pertanto che questo mio desiderio nasca da un certo fastidio che mi ha preso degli studi, ma dal considerare che questo avanzo di vita che mi resta è dovere che io tutto sacrifichi al Signore che con mostre singolari di amore mi conserva tra' suoi servi fedeli. Spesso Iddio benedetto mi manda inspirazione al cuore, poiché fino quasi dal principio della mia vita Religiosa non ho contato un giorno intero sì contento. Segno è questo per me di particolare dilezione che mi porta il nostro Celeste ed amorissimo Padre. vorrei più parlare, ma temo d'essere alla Paternità vostra d'essere nojoso, e però questo solo non voglio tralasciare di dirle di tutto cuore; che sono cioè stanco di vivere su questa terra arida, e povera di frutti non ostante le tante acque di salute che la bagnano, l'eletta rugiada che la fecondano, e la preziosa semenza che vi si gitta a fruttificare. Bramerei un presto favorele rescritto a questa mia per confortarmi e cantare col cuore in su le labbra l'inno di ringraziamento e di lode al Signore di cui spero ripetere come in questa così nell'altra vita le infinite misericordie. Ma se la Paternità Vostra mossa dallo Spirito di Dio non mi sarà cortese di siffatto benefizio io starò lieto come se l'avessi ricevuto. Veggo intanto che questo mio volontario rifiuto che fo degli studi per chiudere con gran prestezza nell'ovile del Signore l'anima sventurata non sarà troppo gradito alla Paternità Vostra. Però io mi contenterò di esercitare il mio uffizio di Maestro fra gli idolatri. Questo secondo pensiero le parrà forse strano, ma deve compatirmi perché parlo e penso col desiderio nel cuore di vivere fra i docili idolatri. Prego la Paternità vostra a valermi condonare il tedio che le ho arrecato, poichè mi sono proposto dar fine al mio scritto, e poi me ne sono dimenticato. In fine mi raccomando caldamente alle sue fervide orazioni, ed a' santi Sacrifizi mentre con pienezza di gratitudine, e con vero e filiale affetto mi segno

Della Paternità Vostra molto Reverenda

Obbedientissimo suddito e figlio in Cristo

Achille Maria Ruta della Compagnia di Gesù

Di Aquila a' 20 di giugno del 43.

Aquila 20. giugno 1843 - Maria Ruta // Si offre alle Missioni colla rinuncia degli studi // Soli // Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Padre Giovanni Roothaan Preposito della Compagnia Gesù