Ferrari, Giuseppe Maria , Turin, February 16, 1843
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Reverendissimo in Cristo Padre
Pax Christi.
Torino 16 Febbraio1843.
È da gran tempo, che io avrei desiderato di comunicare alla Paternità Vostra Molto Reverenda i miei desideri d'andare a far conoscere il Signore a quei, che hanno tutt'ora la disgrazia d'ignorar il suo nome. Però, oltre alla poca virtù, che in me scorgeva, mi fu sempre di ritegno il sapere come varii della Compagnia, che io venerava nel mio cuore per virtù e per lettere, malgrado le accese lor brame non ottenevano quello, che tanto ardentemente desideravano. Ma avendo ultimamente udito l'ingresso trionfale de' nostri nella città di Pekino, e le lor dimande per giovani fatte alla Paternità Vostra Molto Reverendae molto più l'esempio de' miei fratelli Francesi, che tanti in numero si offerirono si di buon grado all'impresa si suscitaron talmente le antiche brame, che mi stavano nell'animo come sopite, che dietro al suggerimento del mio Padre Spirituale mi determinarono ad aprirmi candidamente alla Paternità Vostra Molto Reverenda ed a supplicarla d'annoverarmi fra essi e di mandarmi, se così le parrà, a proseguir l'opera de' Padri nostri incominciata ne' paesi d'Oriente.
Io a dir vero, non so come scriva queste cose, né parmi credibile, che mi elegga il Signore a sì nobile impresa: starò però aspettando la dichiarazione della sua adorabile volontà dalla bocca del mio buon Padre Generale, che riguardo in luogo del mio Dio, ed a cui voglio obbedir finché viva. Alla schietta narrazione de' fatti io non aggiungo preghiere; Vostra Paternità può imaginarsi se il desiderio, e quanto sa il Signore far desiderare queste cose. Faccia ella di me quello, che Dio le ispira, che non bramo di più. Se però le paresse di darmi qualche risposta favorevole, oppure almen la speranza di essere col tempo esaudito, io pregherei la Paternità Vostra Molto Reverenda (perdoni l'ardire) a darmela ella stessa di sua mano. Questa lettera io la vorrei conservare poi sempre dinanzi al mio tavolino; credo che la sua vista spesso mi conforterebbe, e spesso m'animerebbe a virtù.
Altro or non mi occorre che di pregarla della sua paterna benedizione nell'atto, in cui prostrato a' suoi piedi baciandole la mano mi protesto di cuore
Suo Obbidientissimo figlio in Cristo
Giuseppe Maria Ferraris
Scolastico della Compagnia di Gesù
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Torino 16. febbraio 1843 - FratelloFerraris // 1. Chiede con fervore le missioni dellaCina // 2. Potendo Sua Paternità dargli risposta favorevole, o almeno speranza di esser esaudito col tempo, prega di dar // gliela di sua mano, ché la terrebbe sempre nel tavolino per animarsi a virtù // Al Molto Reverendo in Christo Padre // Il Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù // Roma