Giuriceo, Antonio (1819-1878), Piacenza, October 12, 1847

Grade S.J.

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12

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Yes

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Models/Saints/Missionaries

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No

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784

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Transcription

~Provincia Veneta - Piacenza, 12 Octobris 1847.

Fratello Scolastico M[aestro] Antonio Giuriceo. -

Petit missiones~

Molto Reverendo

In Cristo Padre

Pax Christi

L'amore che nutro per la Compagnia mia madre dolcissima, mi accese il desiderio fino dal primo mio abbracciare la Compagnia, di conoscere ed affettuosamente riverire Lei, divenutomi padre in terra; ma il Signore non mi porse mai come soddisfare tale desiderio, nè meno in quella guisa come può farsi di lontano. Oggi finalmente un impulso, che credo sia di Dio, mi da il contento di parlarle ed aprirle il mio cuore.

Fino da più verdi miei anni, di quando in quando un soavissimo pensiero mi accapava il core e la mente, di darmi, tutto' a guadagnare anime a Dio; sì che, quando per la prima volta udi parlare della Propaganda, e quando per la prima volta vidi un missionario, sentimi tosto ricercare il cuore da un'invito soave, pieno di gusto interno di volere essere anch'io del felice numero de' banditori della pace e de' doni della misericordia divina; Senonchè e per dimorare ch'io faceva allora in paese remoto da Roma, e molto più perchè non conferiva le cose che mi passavano nell'anima con alcuno, ogni cosa [finì] in quel desiderio; non però in modo, che il pensiere di guadagnare anime non fosse sempre a parte de miei desiderji anche nella scelta dello stato. Interrogato poi nel Noviziato a che propendesse la mia inclinazione, risposi: alle Missioni. Poi quasi in tutti, se pure non fu in tutti gl'Esercizj Spirituali fatti finora, e precisamente nella meditazione de' Vessilli, io mi sentiva nascere in cuore una calda dolcissima speranza e desiderio di consumare la mia vita nelle missioni, e ne parlai più volte ai Superiori locali, ma non ebbi animo mai di significare tal mio desiderio a Vostra Paternità Molto Reverenda per un troppo fondato timore di essere indegno di tal grazia, e di avventurare forse l'anima mia in pericoli gravi della sua salute, senza il capitale delle virtù necessarie. Il rimanente poi dell'anno, uscito dagli Esercizj, non vi pensava più che tanto rimettendo tutto in mano di Dio, il quale se gli piacesse, saprebbe bene farmi trovare dai Superiori in ordine alle missioni: ma ritornando negli Esercizj e raccendendosi il solito desiderio e commozione, cominciava a temere di non disgustare Dio facendomi sordo a' suoi inviti ed esposi questo mio timore al Padre [Soprannis] Rettore, ed egli mi rispose di fare il maestro un triennio e poi di fare l'Elezione. Però fattone consapevole il Padre [Lordis], la feci quest'anno, e l'esito fu questo: ad onta che prema di mettermi a fare l'elezione mi paresse di non desiderare punto il Sì più che il no, come quegli che temeva, come dissi, più il sì forse che l'opposto per la ragione esposta sopra di non mettere a repentaglio la mia eterna salute; mi sembrò tuttavia di dovere confidare assai nella Bontà e Virtù divina, e per una tal quale inclinazione alle missioni accadeva, che io andava spontaneamente ad attenuare ed infievolire l'idea del pericolo ed all'incontro magnificare il bene e i vantaggi delle missioni; Quando d'improvviso occorsemi al pensiero quelle parole del Santo Padre cum oporteat per affectum ex Dei amore coelitus infusum fieri electionem, e soccorrendomi alla mente che io senza viste terrene che l'eccitassero, avea provato tante volte quell'interno gusto e desiderio delle missioni senza molto ragionarvi sopra ma per un amore soave natomi in cuore al solo pensiero del salvare le anime e di condurle all'amore di Dio, rimasi come sicuro che quell'interno affetto così placido e gustoso non mi venisse altro che da Dio, e però a lui m'offersi. Quel contento e quiete mi fu turbato alquanto da un pensiero su cui prima non avea rivolto l'animo, della fiacca mia sanità; ma lo ributtai, sperando da Dio la conservazione delle forze che ho sufficienti ad un discreto operare.

Ecco quanto ho il contento di significarle perchè Vostra Paternità Molto Reverenda, secondo il lume di Dio se ne possa valere come Le parrà, restando io frattanto indifferente ad ogni stato, non volendo nè cercando in ciò altro, che il gusto di Dio. Delle cose mie interne altre i miei Superiori presenti, sanno il Padre Viscardini, che mi fu Maestro de' Novizj ed il Padre [Soprannis], che mi fu Rettore per tre anni, ed io a tutti do licenza di valersi a fare d'informarla, così piacendole, della notizia che hanno di me anche per via della Confessione e Rendiconto. Non mi resta altro che di baciarle umilmente ed affettuosamente la mano, e di raccomandarmi a Suoi Santi Sacrifici mentre Le domando la paterna benedizione

Di Vostra Paternità Molto Reverenda

Infimo in Cristo figlio

[Maestro] Antonio Giuriceo, Societatis Iesu

Piacenza 12. Ottobre 1847.

~Piacenza 12. Ottobre 1847. Fratello Giuriceo

Petit Missiones~

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Citation

“Giuriceo, Antonio (1819-1878), Piacenza, October 12, 1847,” ARSI, AIT 1, 784, Digital Indipetae Database, accessed September 19, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1941. Transcribed by EF.