Cavalieri, Francesco (1821-1878), Verona, November 7, 1846

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7

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748

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Transcription

~Provincia Veneta - Verona, 7 novembre 1846.

Fratello novizio scolastico Francesco Cavalieri~

Molto Reverendo Padre Nostro in Cristo

Pax Christi

Questa è la volta, mio Molto Reverendo Padre in Cristo, che le tocca leggere sopra un foglio la più strana cosa, che forse abbia mai udito. È un di lei figlio in Cristo, il quale, benche, oltre il non avere niun fondamento sodo della propria virtà, sappia precisamente d'essere di niuna abilità, e di pochissima memoria, pure ha l'ardire, ovvero da un ardentissimo desiderio, che ad ogni momento più e più lo rincalza, è spinto a dimandare le Missioni estere, qualunque elle sieno. Ho sempre avuti questi desideri anche prima d'entrare in Religione: ma da parecchi mesi in qua mi ferve in cuore una tal cocentissima brama, ch'io non la so esprimere: e questa mi va accompagnata con una confidenza grandissima: e da ciò che le son per dire comprenderà benissimo qual'ella sia. Sappia, che quando trattavasi, ch'io entrassi in Religione, per varie circostanze, che non importa ora qui raccontare, era la cosa affatto disperata; talche sembrava che vi volesse un miracolo per riuscirci: (e se non miracolo, certo fu una grazia strepitosa della Santissima Vergine l'esservi riuscito): eppure una grandissima confidenza mi sentiva in cuore, che continuamente mi diceva: tu fra breve ti troverai certissimamente fra i figli della Compagnia di Gesù. Feci per questo una novena alla dolcissima Mamma mia Maria Santissima: e alla metà di essa, quando non c'era neppure per via umana un lontanissimo filo di speranza, mentre stava leggendo un certo tratto delle Glorie di Maria di Sant'Alfonso de Liguori, trasportato da un non so quale entusiasmo, dissi alla mia carissima Madre Maria Santissima: Voi entro quindici giorni m'avrete da condurre certissimamente nella Compagnia di Gesù: ed appunto il quindicesimo giorno dopo questo fatto io ero in viaggio vicino a Verona per entrare nel Noviziato, senza aver
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prima veduto, nè parlato, neppur scritto a verun Gesuita: sicchè mi trovai in braccio alla cotanto da me sospirata Compagnia di Gesù, proprio alla ventura condottovi da Maria Santissima. Or bene sappia, Padre mio molto reverendo, che simili, anzi maggiori entusiasmi di confidenza, che io andrò certissimamente a finir la mia vita tra barbare spiaggie, portando colà il Nome del mio Gesù Crocefisso, e di Maria sua Madre addolorata, quasi ad ogni minuto fortemente m'assalgono. Se poi io mi porto in Cappella a raccomandarmi all'ammirabile e veneranda immagine, che per speciale disposizione e favor del Cielo noi qua abbiamo, e vostra Paternità molto reverenda ben sa qual sia, parmi ogni volta sentirmi dire: vanne lieto, confida in me, e non dubitare: se poi dinnanzi al Santissimo Sacramento, il mio cuore così si fa a ragionare: se tu sei in unaa sola parola, meno che un nulla, fissa un momento gli occhi in quel Tabernacolo, ed ascolta attentamente che ti dice l'amorosissimo tuo Gesù da quella Mansion d'amore: Io sono, ti dice, Io sono..... vostra Paternità molto reverenda m'intende: se finalmente miro, penso, e m'abbandono ai piè dell'indivisibile mio compagno il Crocefisso, parmi suonare all'orecchio ed intonare al cuore: la cosa è già finita. Dunque, Padre, se il Signore mi chiama veramente per questa via, or che debbo io fare? ah! mio molto reverendo in Cristo Padre! Padre dell'anima mia! Se Ella mi può consolare, ah! che io mi butto a suoi piedi pregandola a calde lagrime! ma quali saranno qui le mie parole? Padre!.... lagrime sì: ma parole io non ne ho; dovrò per questo sconfidare? no: io sono un figlio, che parla a suo Padre, anzi sono come un bambino impotente, ma che, quando soavemente riposa in seno al suo padre, di nulla affatto abbisogna: si, Padre! eccomi..... Il mio Padre Rettore mi ha promesso, che il 24 del corrente mese, giorno a me carissimo di San Giovanni della Croce, mi legherò all'amabilissima madre la Compagnia col triplice funicolo dei santi voti: or già incomincio gli studii, e se gli effetti corrispondessero al forte desiderio, che ho di studiare per motivo delle cose sopra accennate, certo potrei riuscire in qualche cosa. Intanto io le dimando umilmente la santa Benedizione, le baccio divotamente la mano, e l'assicuro, che non mi dimentico mai di lei nelle mie misere orazioni.

Di Vostra Paternità Molto Reverenda

L'infimo Figlio in Cristo Cavalieri Francesco

Dal Noviziato di Verona

Agli 7 di Novembre 1846.

(a) una nell'interrigo

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Verona - 7. Novembre 1846. Fratello Cavalieri Novizio - // Petit Missiones -
Al Molto Reverendo Padre Nostro in Cristo. // Il Padre Giovanni Roothaan. // Padre Generale della Compagnia di Gesù // Roma.

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Citation

“Cavalieri, Francesco (1821-1878), Verona, November 7, 1846,” ARSI, AIT 1, 748, Digital Indipetae Database, accessed November 25, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1905. Transcribed by EF.