Nozzi, Errico (1808-1857), Rome, October 2, 1846
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~Provincia Romana - Roma, 2 ottobre 1846.
Padre Errico Nozzi.
petit missiones~
Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro
Pax Christi
Se per natura e per abitudine io sono stato sempre timido nel chiedere, questa volta non posso a meno di non usare una certa improntezza, la quale per la cagione onde move non sarà, spero, dalla Paternità Vostra cosi di subito ributtata. Io ho avuto più volte nel tempo andato forti stimoli interni di consacrarmi alla coltura dei selvaggi di America, ma ho cercato in ogni modo di rintuzzarli, come suol fare chi per non seguire le divine ispirazioni studia di persuadersi, che quelle non sono voci del Signore che chiama. Ora ridottomi li giorni scorsi nella quiete de' Santi Esercizi ho provato tanto gagliardi eccitamenti e continui in questa parte, che rimarrei con malissima soddisfazione di me medesimo, se alla Paternità Vostra schiettamente non li communicassi. E che non sieno nati da subito e leggiero fervore, ne fa segno oltre a varie altre ragioni la loro indegna diuturnità, come ho detto, raffreddata sé per la indegna corrispondenza mia, non però mai spenta; e fra certe mie scritturette di spirito serbo tuttora una carta, dove sette anni addietro negli esercizi spirituali di un mese intero notai le ragioni pro e contra per domandare o no le dette missioni, e confesso d'avere sentito nel rileggerla rimordimento grande e vergognar di me.
Or quanto alle difficoltà che possono tenere la Paternità Vostra dall'inchinarsi alla mia domanda, mi pare d'intendere quali esse sieno e di che sorta. In prima la scarsezza delle mie forze fisiche: pure intorno a queste vorrei ch'Ella fosse chiara del contrario, poiché lasciando stare l'età ferma e già prossima a compiere li trentotto anni, le prometto che ho sortito dalla natura una fibra robusta e da durare alla fatica, e meglio in una vita operosa che in una vita di quiete. E quando poi fosse altro, io so che = infirma mundi elegit Deus ut confundat fortia=. La seconda difficoltà è più grave, perché nasce dalla mia debolezza nelle forze spirituali, la quale io debbo confessare per troppo con estrema mia confusione, ma non in tanto che me ne invilisca. Aggiungo anzi che ponderando meco
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gli stenti e i sacrificii d'ogni maniera, cui va esposta la condizione di un missionario (e coll'aiuto divino vorrei esser davvero), me ne piglia all'animo un naturale orrore; più scorrere però alla mente che = Non ego, sed gratia Dei mecum =, e che = Omnia possum in Eo qui me confortat =, e ancora = Si isti et illi cur non ego =? La terza difficoltà sarà forse dall'essere bisogno di chi si adoperi alla gloria di Dio anche in queste parti. Il che avrei molte cose da soggiungere modestamente, ma penso di risolvermene così: o io sono un dappoco (ciò che conosco per esperienza), e poca o niuna perdita farà la provincia, dove io venga mondato altrove; o io sono buono a qualcosa (mi vergogno di dirlo anche per mera supposizione) e ricorderò a Vostra Paternità, ch'ella non ha spedito alle missioni e non continua di spedirvi certamente gl'inetti affatto, e che altrimenti sarebbe assai trista condizione di che per essere fornito d'alcun merito naturale demeritasse una simil grazia.
Del resto Padre mio = surgunt indocti et rapiunt regnum Dei, et nos cum nostris litteris demergimur in profundum =, m'entrano innanzi infino ai fratelli coadiutori, ed io per quattro meschine lettere me ne resterò così al basso nell'infimo gradino? E le dico che quelle parole del Santo mio Padre = Quid hactemus egi pro Christo? quid agam... =? mi sono una spina così acuta al cuore che non posso cavarmela; e al tornare ogni anno ne' Santi esercizi, e al trovarmi sempre colle mani vuote d'ogni bene, e per soprappiù collo spirito pieno di miserie, non so quello che debba fare di me, se con una risoluzione ispirata e secondata dal divino aiuto non recido francamente una volta tutt'i legami dell'amor proprio. E v'è di più che per le grazie usatemi dalla Bontà divina, e pel modo di una certa particolare provvidenza, ho conosciuto fino dai primi anni del mio vivere religioso, che non posso acquetarmi in una volgare mezzanità di virtù; pure alla cognizione non è più fin qui seguita la pratica, e se fossi ora chiamato al tribunale di Dio benedetto, non mi darebbe meno spavento il rimprovero de' miei grandi peccati che la coscienza delle male usate misericordie. Veda dunque Vostra Paternità quale e quanto inestimabile bene suo procacciare all'
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anima mia con un atto solo della sua volontà, del quale sono certo che le porterei tale obbligo, che non ne avrei maggiore per verun altro beneficio del mondo. Non sarò già sì ardito di chiedere una presta andata, poiché veggo intraversarsi a questa più d'un intoppo; la prego solo d'avvertire che l'età mia fugge, e che se Vostra Paternità mi desse speranza della bramata spedizione entro un qualche termine, spenderei li rilievi del tempo liberi dalle occupazioni dell'ufficio in apprendere alcuna lingua delle moderne, di cui sono del tutto ignorante. Da ultimo la supplico strettamente pei meriti del mio Redentore Gesù, e per l'amore di Maria Santissima mia Signore e Madre, che non voglia riguardare la mia indegnità e il niun servigio da me prestato finora alla Compagnia, perciocchè la divina grazia è di sì potente virtù, che eziandio nelle più povere creature sa con usura moltiplicata ristorare in un giorno solo le perdite di molti anni. E con questo raccomandandomi ai Suoi Santissimi Sacrifici sono nell'altro di baciarle la mano col dovuto ossequio e colla più umile suggezione.
Della Paternità Vostra Molto Reverenda
Infimo in Cristo Servo e Ubbidientissimo suddito
Errico Nozzi della Compagnia di Gesù
Il giorno festivo de' Santissimi Angeli che sono i messi del Signore
l'anno 1846
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Collegio Romano 2. settembre 1846. Padre Nozzi - // Informazione sul governo del Padre Provinciale
Al Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro // Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale // della Compagnia di Gesù