Sanchez, Giuseppe Antonio , Turin, September 2, 1846

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705

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~domanda le Missioni~

Molto Reverendo in Cristo Padre Assistente:

Pax Christi

~[…] el 2 Settembre 846.~

La partenza prossima dell’ottimo nostro Padre Antonio Bresciani mi porge comodissima occasione di presentare a Vostra Reverenza i miei rispetti, ed al tempo stesso di poterle senza spesa alcuna parlare per lettera come tanto desiderava. Poichè tanta è la fiducia che ho mai sempre avuta verso di Lei, che appena ho bisogno di qualche cosa subito mi corre alla memoria la benignità con cui Vostra Paternità accolse ognora le mie suppliche; e così non posso a meno di non ricorrere a Lei anche di presente, affinchè si prenda la pena di esporre al Nostro Padre Generale i desiderii ispiratimi dal Signore e dalla Madonna Santissima di offrirmi di nuovo a Sua Paternità, perché se lo giudica ad Maiorem Dei Gloriam mi collochi fra ‘l numero fortunatissimo di coloro, che sono da mandarsi alle missioni. Oh Padre mio! quante volte mi vengono le lagrime agli occhi in leggendo le lettere de’ Padri Nostri missionari dove tanto è il bisogno che hanno di compagni, che ad ogni tratto lo ripetono; che cioè non sono da tanto riguardo alla messe che il benignissimo Signore loro va preparando: e però mi sento come per forza spinto nel mio [averla] confidando nella grazia del Signore a sclamare sovente: ecce ego mitte me: ecce ego mitte me. I motivi che spesso vado meditando per vieppiù animarmi, e dove il mio cuore sembra che si accenda di desiderio ardentissimo al cui cospetto ogni dubbio in contrario ogni difficoltà dileguasi, sono questi ed altri somiglianti: gran consolazione che proverà un missionario al punto di morte pel sacrificio fatto privandosi per far bene a chi tanto abbisognava d’ogni umana consolazione, soffrendo molto per rendersi tutto a tutti: poi rendersi così simile a Gesù nella vita ai SantiApostoli, ai più gran santi della nostra cara Madre la Compagnia. Deh! mio

//

Reverendo Padre che queste sono cose che il mondo non arriverà mai a capire, nè noi potremo giammai abbastanza ringraziare il Signore che ci chiamò ed elesse per così alto ministero e per conseguenza per sì grande mercede in paradiso. Poiché altrimenti non vi sarebbe chi non volesse abbracciare una vita così fatta. Questi motivi torno a ripetere e lo sperare una grazia proporzionata da chi si degna di mettermeli innanzi non senza molta mia consolazione e speranza che saranno per essere di qualche efficacia presso i miei Superiori, credo che siccome ora mi muovono grandemente a domandare la grazia di essere spedito alle missioni, così nell’avvenire mi daranno lena per sopportare le fatiche ed i travagli che vanno necessariamente congiunti con un ministero così grande. Del resto mio carissimo Padre, io siccome nato da poveri genitori, ed allevato con poca delicatezza, così non mi fanno orrore anzi si può dire ancora che mi pare che non mi costerà molta fatica il soffrire e freddo o caldo, o fame, o cibi poco buoni, o letto poco comodo eccetera eccetera dove anche a questa mia disposizione venga in aiuto come ho detto la grazia del Signore. Se poi Ella mi domandasse e dove voglia andare? Dirò francamente che temo questa parola voglio: dal resto leggo continuamente nei tempi liberi di studio le nostre cose del Paraguai e dell’America meridionale, e che col desiderio, col pensiero viaggio spesso quei luoghi santificati colle fatiche coi sudori, col sangue collo zelo dei nostri padri. Del resto sia fatta la volontà del Signore su di me: che anzi se non ha da essere per maggior gloria di Dio, quel bene della nostra Compagnia per quella dall’anima mia prego il Signore, che non venga

//

esaudita nè da Vostra Reverenza nè dal Nostro Padre Generale la mia preghiera, ma che il Signore si contenti dei soli miei desiderii e nulla più: chè io intanto pregherò per la salute di que’ poveri Indiani, affinchè per mezzo d’altri faccia che si salvano. Intanto dica pure al Nostro Padre che sono pronto a terminar quì od altrove o non terminar i miei studii se ciò fosse spediente per essere io esaudito: che qualche facilità ho per imparare le lingue eccetera eccetera che sono robusto eccetera, la lingua francese non mi è sì nuova, che con un po’ di esercizio non la possa parlare. Ella poi mi faccia la carità di indicarmi se qualche probabilità vi sarà di esser fatto degno di una tanta grazia: ed in che cosa possa andarmi o esercitando, o preparando nei tempi liberi, o pure se Vostra Reverenza non crederà che si debba per ora far parola col Padre Nostro Generale non la faccia: parimenti se Ella crederà che in altro luogo dall’accennato in America la mia opera sarà per essere più utile, o altro consiglio opportuno non lasci per carità di comunicarmelo con tutta schiettezza; giacchè, mio Padre, si tratta quì d’un affare da cui può dipendere una mia maggior corona in cielo, e forse anche la salvezza di molti altri congiunta colla mia propria. Io intanto non tralascerò ogni dì di raccomandare il negozio al Signore ed a Maria Santissima che si degni illuminare la mente e muovere il cuore di Lei e del Nostro Padre ai Suoi Santissimi Sacrifici ed [io] molto mi raccomando. Se ha qualche notizia de’ nostri non lasci di accennarmela. Sono

Di Vostra Paternità Molto Reverenda

Infimo in Cristo Servo

Giuseppe Antonio Sanchez scholastico Societatis Iesu

Torino 27. Maggio 1846

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Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Ignazio Maria Lerdo della Compagnia di Gesù // Assistente della Provincia di Spagna // (Roma)

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Citation

“Sanchez, Giuseppe Antonio , Turin, September 2, 1846,” ARSI, AIT 1, 705, Digital Indipetae Database, accessed November 9, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1866. Transcribed by MB and EF.