Spasiano, Filippo (1808-1872), Aquila, June 24, 1845

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Transcription

Pax Christi Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro

Perdoni Vostra Paternità se da altri Le verrà parlato di me, senza che prima direttamente avesse ricevute le mie povere preghiere. I miei fondati dubbî me ne diedero occasione, ed ora col massimo rossore debbo confessare che sono stato colpevole di poca sincerità presso Vostra Paternità mentre rifletto, che avrei dovuto esporle tutto me intorno la Vocazione (se è tale) alle Missioni. Avrei dovuto altresì significarle i dubbî che mi ritraevano ad avanzarlene preghiera; e le difficoltà tutte, contro essa che mi sorgevano in mente, e le ragioni a favore che mi c'inclinavano. Ora mi trovo d'aver commesso il fallo, e per tale lo umilio ai piedi di Vostra Paternità sicuro che mi usi la misericordia di vero Padre, mentre fin d'ora m'attendo, e ben volentieri accetto quel degno castigo che mi son meritato. Frattanto con per mia giustificazione, ma solo per supplicare alla mancanza fatta, e per meglio conoscere la Divina volontà, da cui non voglio menomamente dipartirmi, vado in breve ad esporle l'andamento di questa vocazione, quale tosto che da Vostra Paternità la sentissi comea da Dio, La prego in visceribus Christi ad accettare le umili preghiere che Le ne fo a darle corso.

Sappia in prima che da gran tempo, e potrei dire da poco dopo il mio Noviziato, il pensiero delle Missioni di tanto in tanto mi si risvegliava in mente, ed il desiderio che ne seguiva in cuore mi forzava ad [affacciarne] vive istanze a Vostra Paternità. Riggettava e l'uno e l'altro, quasi sempre riputandoli illusioni e non da Dio. Aveva però la mia ragioni; e le riputava tali da non restarmene positivo dubbio. Non m'istò a distenderle tutte, mentre Vostra Paternità ben conosce le mie meschine qualità, e quanto altro mi appartiene. Le dico però solamente che la riflessione solita a fare nella privazione di ogni soda virtù che in me ravvisava, mi astringeva a starmene nascosto, per non sembrare di presumere cosa, che credeva moralmente impossibile, finche a Dio benedetto soffre piaciuto rendermene meno disadatto, e meno indegno. Nell'istessa guisa ragionava sul conto di non poter fare colà, ove fossi stato destinato, cosa veruna di bene, e per gli studi non percorsi, e per le lingue non apprese, e per la insufficienza a poterle apparare, dopo ancora lungo tempo e costante fatica..... etcetera. Questi sono stati i miei pensieri le tante volte, questi i discorsi passati nell'afflitta anima mia, quando più vivo scorgeva il desiderio di essere strumento di Dio a benefizio di anime più abbandonate, ed in maggior pericolo di loro perdizione. L'Osservazione

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però costante, fatta da anni, che la voce era la stessa, e per cui ne avanzassi supplica a Vostra PaternitàI Ed in questi ultimi tempi un certo rimprovero che mi faceva credere non esservi la divina benedizione nei ministeri assegnatimi, per cui era scarsissimo il frutto, mentre Dio altrove pareva mi chiamasse; e quindi il timore d'oppormi con ostinazione al Divin volere, dopo matura considerazione e preghiere ai Santissimi Cuori m'indussero ab profittare dell'ultima occasione dell'arrivo in Napoli del Reverendo Padre Ryder, mi scrissi espandendogli il mio cuore, per conosce da lui se quel pensiero, e desiderio in un sudito, tanto privo di requisiti necessari a tali ministeri, mi provenisse da Dio, ed in conseguenza se ne avessi a far conto. Ora adunque che lo sento a me propenso, e che volentieri mi accetterebbe, resto in certo modo con minor pericolo d'inganno, e parmi che veramente altrove sia chiamato. Nondimeno non resterò mai tranquillo del tutto, se non quando, espostele lo stato mio presente, sentirò da Vostra Paternità CHE COSA Dio Le ne ispira, e qual consiglio vuole che io abbraccia, pel miglior bene dell'anima mia, e per la maggior gloria di Dio.

Attendo con somma ansietà il di Lei avviso; e se ai miei desiderî in sul momento, facesse ostacolo, la penuria dei Padri, per cui il Reverendo Padre Provinciale è stato costretto mostrarsi contrario a diversi altri, permetta che faccia presente a Vostra Paternità quanto poco possa io giovare, per la mia incapacità, ai bisogni della nostra Provincia; che anzi posso dirmele peso gravoso e disutile. Proverei con molte particolarità questa asserzione, se dai miei Superiori immediati, non fosse tenuta per verità incontrastabile, dietro i fatti chiari e lampanti che l'accompagnano: le mie doti, li miei studî, i ministeri esercitati.... etcetera oh come parlano a mio proposito, e come fanno conoscere vero che sono stato di peso nei Collegî! Sul conto mio adunque la Provincia non soffrirebbe nè per lucro cessante, nè per danno emergente; vi è in conseguenza che laddove Dio Signor Nostro facesse conoscere alla Paternità Vostra essere da Lui questa chiamata, e che perciò fosse un'affare niente dannevole o pericoloso all'anima mia, ma bensì di gloria sua, si compiaccia usarmi la carità di accogliere le mie più vive e sincere preghiere a mandarlo ed effetto. Sarebbe tal cosa una di quelle grazie specialissime, che dopo Dio terrei come concessavi dalla Paternità Vostra. Ed oh quanto me Le dovrei mostrar grato e corrispondente! Non aggiungo altro chè la lettera è ormai di assai lunga, e per non espormi ed esagerare con qualche proposizione [avanzata]. Ho dichiarato tutto alla Paternità Vostra senza lasciare cosa alcuna, e per emendazione della colpa commessa, e per cognizione dei suoi lumi, e per la sospirata grazia, la quale solo desidero sia adempiuta, se la gloria di Dio, ed il bene dell'anima mia non abbiano a riceverne discapito. Mi trovo al momento pienamente tranquillo, e mi affido dopo Dio alla Paternità Vostra. Faccia di me come Dio Le ispira e gli piace. Sarò contento solo di fare la sua Santissima Volontà, che ben presto spero sentirmi dalla Paternità Vostra dichiarare, per uniformarmici con pieno trasporto.

Non cesso raccomandarmi or più che mai ai Suoi Santissimi Sacrifici e pregandola di nuovo volermi perdonare la sopraddetta e le altre tutte mie mancanze, Le chieggo la Santa Benedizione e mi riprotesto con ossequio e riverenza

Di Vostra Paternità Molto Reverenda

Infimo in Cristo Servo e Figlio suddito

Filippo Spasiano della Compagnia di Gesù

Aquila 24. Giugno 1845.

(a) come nell'interrigo
(b) m'indussero a nell'interrigo

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Aquila 24. giugno 1845 - Padre Spasiano. // Manifesta i desiderï da lungo tempo provati // per le Missioni. Si offre a pregare di essere eletto // a quella del Maryland.
Al Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro // Il Molto Reverendo Padre Giovanni Roothaan della Compagnia di Gesù // Preposito Generale // Napoli per Roma

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Citation

“Spasiano, Filippo (1808-1872), Aquila, June 24, 1845,” ARSI, AIT 1, 667, Digital Indipetae Database, accessed November 22, 2024, https://indipetae.bc.edu/items/show/1830. Transcribed by MB and EF.