Paternità Molto Reverenda in Cristo.

Pax Christi

Perdoni Vostra Paternità, se io l'ultimo, e il più indegno tra suoi Figli torno a rammemorarle il Voto, con cui mi obbligai per somma grazia di Dio, e di San Francesco Saverio sino dalla Pentecoste del 1821. alle Missioni fra i barbari. Il desiderio, che il mio Carissimo Santo Apostolo degnasi conservare in me sempre più vivo di poterlo quanto prima mettere in effetto, mi rende forse importuno: ma so, che siffatta importunità fu sempre praticata da coloro, che sentivansi, la Dio mercé, stimolati dai medesimi desiderj (chè molti sempre furono, e sonovi tuttora, com'Ella ben sa, nella nostra Santa Compagnia, a mia confusione mille volte più ardenti di me), e che sempre piacque ai nostri Superiori, ed è sommamente in grado alla bontà, e zelo di Vostra Paternità; e so ancora, che molte volte giovò ad ottenere o l'adempimento istesso, o almeno l'adempimento più pronto. Io spero certamente, che tale sarà ancora per me: tanto più, che, come già le notificai, io nel fare il Voto espressamente non ho voluto obbligarmi a parte alcuna in particolare, per facilitarmene vieppiù l'esecuzione. A questo tanto più alacremente mi sento eccitato, quanto più considero, che mentre nei nostri paesi molti volontariamente si acciecano, e si dannano nella maggior coltura possibile, e nella sovrabbondanza de' mezzi, e Ministri, quei poverelli sono ciechi, e si perdono, perchè non hanno chi porti loro la vera luce di Gesù Cristo, ed insegni la strada della salute. Qui molti negano di servire e amare quello, che non possono a meno di conoscere per loro Creatore, Redentore, e Signore amorevolissimo, e là tanti solo non lo servono ed amano, perché non hanno il gran bene di conoscerlo. Perciò Charitas Christi urget me: perciò confidato non in me, che non sono capace di far altro che male, ma in quello, che mi conforta, ed in cui solo tutto posso, le ripeto umilmente la mia istanza. [...] M. Grossi mi lasciò nel suo passaggio ottime speranze; ed oggi stesso in ricreazione sentii parlare dal padre Benetello d'una pro[ssima partenza] di un nostro, dalla quale si ricava, che fra cinque anni il grande Apostolo nostro avrà già aperte le porte dell'Indie sospirate [...] spianate a suoi seguaci le vie a sì grand'opera. Sia pure, che Dio molti e molti ne chiami, fra i quali, benchè minimo, ed indegnissimo possa esservi anch'io almen come semplice Catechista, o anche solo per compagno, e servo, e partecipe delle opere, e del merito degli altri. Io però tutto mi rimetto alle disposizioni della Paternità Vostra, mentre, prostrato ai piedi del mio Signor Crocifisso, e innanzi alla Reliquia ed immagine del mio grande Apostolo, e protettore la prego a degnarsi d'avermi presente ne' Suoi Santissimi Sacrifici, e nelle sue orazioni, raccomandandomi a Dio, ed a San Francesco Saverio, onde ottenermi Umiltà, Confidenza, vero zelo, e tutte le virtù necessarie, e che in tutto e per tutto si faccia da me, in me, e di me la Santissima Divina Volontà. Degnisi compatirmi la sua paterna benedizione, e mentre bacio umilmente la mano, mi permetta, che con tutta l'effusione del cuore mi possa chiamare, sebbene indegnamente,

Di Vostra Paternità Molto Reverenda

Infimo ed Obbidientissimo Servo e Figlio in Cristo

Angelo Maria Pozzo

della Compagnia di Gesù.

Forlì. 4 Ottobre 1826.

Forlì 4. Ottobre 1826. Fratello Pozzo
Al Molto Reverendo in Cristo padre // Il padre Luigi Fortis // Preposito Generale della Compagnia di Gesù. // Roma.