Mainardi, Lorenzo, Genoa, March 10, 1843
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Molto Reverendo in Cristo Padre
Pax Christi
Non posso lasciar trascorrere intiero questo giorno 10 di Marzo ai Santissimi 40 soldati martiri, antipenultimo della Novena di San Francesco Saverio, e primo della Novena del mio caro Protettore San Giuseppe, senza comunicare a Vostra Paternità quello che Iddio ripetutamente mi ha messo in cuore quest’oggi, ed a cui non posso neppure con violenza resistere…! sono stato in varie guisa cagione a Vostra Paternità di amarezza, e dispiaceri sino a questo giorno, ed insieme poco riconoscente alla premura mostrata in mio riguardo…lo conosco pur troppo, lo confesso. Ma correndo con questa mia tra le braccia di Vostra Paternità; e colle lagrime, che abbondantemente spremute dal cuore mi scorron dagli occhi, bagnandole quella paterna mano che mi deve assolvere; e gridando più col cuore messo a vera costrizione, che colla lingua “Peccavi”…spero un abbraccio, ed un ampio universale perdono: che anch’io perdono di vero cuore a chi per le sue crudeltà mi ridusse quasi a dimenticarmi del mio stato!...Spero che Vostra Paternità in cui si mostra quasi sempre più la misericordia, che il giusto rigore, non vorrà cacciarmi lungi da se, ma stringendo al seno questo sventurato figliuolo, dirà ella pure “Cito proferte stolam primam” e che di essa vestito, coperte così le antiche piaghe, e dimenticate, riuscirò così bello, e caro agli occhi suoi, da poter esser degno di ottenere senza esitazione, e ritardo, quanto per intera violenza che mi fà Dio in quest’oggi, son sforzato a domandare. La mia vita di 35 anni oramai, è un tessuto continuo, e manifesto degli imperscrutabili disegni della Divina Provvidenza. Quel Signore che dalle pietre sà suscitare i figliuoli di Abramo, non cessò mai di eccitarmi a cose grandi, e difficili; e mente mi diede, e cuore di tali cose capaci. Ma che? In tutto il decorrere di quest’anni quanti impedimenti ed ostacoli non vi frappose il demonio, perché i disegni del Cielo non si effettuassero? Oh! Che bel lume mi ha dato oggi il Signore, per conoscere questi oscuri, diabolici tentativi… “Impulsus eversus sum ut caderem: et Dominus suscepit me. Domino mihi adjutor est, non timebo quid faciat mihi homo. Dominus mihi adjutor et ego despiciam inimicos meos”. Sì il Signore vuole l’Inferno, non vi è che dire. La infocata mia preghiera porta a Gesù Sacramentato nel finire d’ogni mia Predica in Sassari, ed al Cuore Immacolato di Maria, specialmente nel di 8 dicembre, giorno nel quale Vostra Paternità scrisse la terribil lettera a me diretta in Genova, hanno vinto: e San Francesco Saverio cooperando ai Divini disegni, mossa Vostra Paternità colla sua in data dei 3 dicembre a chiamarmi dalla Sardegna improvvisamente per tutti, ma non per me che pochi giorni prima chiaramente me lo aveva detto un anima molto favorita di Dio mia penitente, e due mesi erano già che io pregava il Signore che mi liberasse dalla tribolazione in cui mi trovava; e posso dire adesso “De tribulatione invocavi Dominum, et exaudivit me in latitudinem Dominus…Salutem ex inimicis nostris et de manu amnium, qui oderunt nos…” Ma già non posso più tenerla celata la mia domanda…quantunque di mala voglia…facendomi temere il mio amor proprio di essere esaudito…ma il Signore mi fà violenza dall’altra parte “A Domino factum est istud…” Ebbene Signore io parlerò, fate che prospero sia l’esito “O Domine bene prosperare”. Ecco la domanda. Invece di essere quell’uno dei quaranta soldati Martiri, che vinto dalla tentazione cercò di uscire dal lago d’acqua gelata, domando al contrario di essere come quello che subentrò in luogo dell’apostatore disertore; e di essere fatto compagno di quelli che vanno ad incontrare gloriosi la corona della vittoria…Ma finalmente bisogna che mi vinca, e parli più schietto. Rivestito della prima stola dall’amoroso cuore di Vostra Paternità posto sulle ginocchia a lei d’innanzi, in nome della Santissima Trinità, di Maria Santissima, di San Giuseppe la scongiuro a non farmi muover piede da Genova, se non per imbarcarmi in soccorso dei nostri Padri in Africa, e in America. Quante lagrime ho sparse io in quest’oggi nel leggere la lettera di que’ Padri che sudano e domandano ajuto a Vostra Paternità per condurre anime al Cielo…dunque la Chiesa africana và nuovamente a dilatarsi…dunque il Paraguai, la Nuova Granata a dar adito ai figliuoli di Sant'Ignazio…Ecco perché il Signore mi ha dato tanto amore alla lingua spagnuola, e facilità di pronunziarla, e di apprenderla…Ma già io mi perdo…Caro Padre il mio cuore non ne può più. Io non sono fatto per l’Europa, e per le abbaglianti grandezze della clamorosa città. Dio mi ha fatto popolare. Le vicende passate le mosse l’Inferno per impedire l’esecuzione dei divini voleri: e Dio grande, e provvido si è servito degli impedimenti dell’Inferno, per cavarne la sua gloria. Io non penso, io non parlo più d’altro. Oggi comincia l’epoca di una novella vita per me. Vostra Paternità agisce a modo del cuor di Dio. Pietro per trè volte lo nega…Gesù lo guarda solo, e neppur gli dice una parola…Pietro piange di dolore…Gesù senza neppur ricordate il passato Pietro appunto costituisce suo Vicario in Terra, a Capo degli apostoli…Vostra Paternità m’intenda. Voglio dire che i miei mancamenti benché grandi, benché recenti, non devon tener per niente in sospeso il cuore di Vostra Paternità. Ella è successore di colui di cui si disse che “gerebat animum mundo majorem”. Ebbene, quantunque sia vero che le Missioni si danno a virtuosi, ed a premio: Vostra Paternità mi rivesta della stola prima col dimenticare affatto il passato, l’investa delle paterne riserve di Dio, che mette i peccati nostri dopo le spalle, ne li ricorda più, e che fà di Pietro peccatore non un Apostolo, ma il Principe di essi…In questa lettera non vi è di mio che il carattere…Io segno l’impulso di Dio, nelle cu mani stà il cuore dei Re, e dei Superiori: e se egli vuole Vostra Paternità potrà opporsi. Io dunque pieno di confidenza in Dio, e che di cuore bramo le cose difficili, non ho più che assicurato aver io fatto una gran vittoria di me stesso col scrivere questa mia, e che io le sono, come le fui sempre di vero cuore
Uno dei suoi più affezionati ed ubbidienti Figli,
Lorenzo Mainardi Societatis Jesu
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Al Molto Reverendo in Cristo Padre // Il Reverendo Padre Giovanni Roothaan Preposito Generale della Compagnia di Gesù // Roma