Aureo, Beniamino Maria (1829-1854), Palermo, January 6, 1851
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Molto Reverendo Padre Nostro.
Pax Christi
La sua paterna bontà che più volte ebbi l'onore sperimentare con somma spiritual' consolazione del mio cuore, mi anima ad esprimere alla Paternità Vostra Reverendissima la perseveranza che il Signore si degna concedermi ne' concepiti desiderî, e il bisogno che sento di sfogarne l'ardore, onde venir determinato dalla voce sensibile di Dio, all'esecuzione de' suoi divini voleri su di me miserabile. Sono già sei anni dacchè venni accolto contro ogni mio merito in questo terren Paradiso, in mezzo a tanti angeli di pace; e sin dal mio primo ingresso il Signore colla sua grazia mi ha sempre chiamato ad una vita apostolica, malgrado la mia tiepidezza, ed insuscettibilità a Ministero così sublime. Io ho sempre versato il mio cuore in grembo a' Superiori nel render conto di mia coscienza, ed il venire esortato a maturarne l'esecuzione, me ne ha reso così accesa la brama che io ormai non valgo a contener la fiamma del mio petto. Ammaestrato dalla trista esperienza di molti che dopo aver nudrito nel fervor dello spirito sentimenti generosi per la divina gloria, si sono poi dismessi quando avrebber potuto dimandare le Missioni; io sin dal mio carissimato credetti giusto suggellar con voto speciale il santo desiderio, e ottenutane facoltà dal Reverendo Padre Provinciale io sin d'allora offersi a Sua Divina Maestà la mia vita in perfetto olocausto, consacrandola tutta esclusivamente al Ministero apostolico, e alle Missioni drizzando ogni mio pensiero, ogni mio affetto, ogni mia parola o lucubrazione: con obbligo rigoroso di chiederle ogni rinnovazione a chi presiedendo alla Compagnia mi sarà interprete del divin beneplacito. Ed io ne ringrazio sommamente il Signore che si degnò richiedermi questo sacrifizio, chè quel voto mi fu siccome forte ancora ne' flutti della posata tempesta, sicchè io, non solo mi ebbi il dono di conservarmi tenace la grazia della Vocazione ma nel delirio comune di spargere il sangue per la patria, io più ardentemente anelava versarlo per la fede: e potei in quel tempo stesso, malgrado la lontananza manifestare a Vostra Paternità i gemiti del mio cuore, ed ebbi la' sorte di averne in riscontro i suoi desiati caratteri, che io come prezioso tesoro caramente conservo in memoria delle sue paterne compiacenze. Se la sua venuta in questa, che resterà memorabile nei fasti della Compagnia fu a tutti i suoi figlî in Gesù Cristo di grandissima consolazione, a me poi fu sorgente d'indicibile giubilo, e non osando incomodarla a conferir tanto, che tutte avessi potuto manifestar, le brame del mio cuore, sfogai poi in quell'indigesta diceria, della quale se fu pago il suo cuore paterno nel trovar figlî che si studiano non esser degeneri dell'inclita Madre che amorosamente li nudre, pure con sommo mio dispiacere, ebbe a disgustarla qualche menda che nelle molte parole la mia ignoranza lasciò scorrer dalla penna; ma in vero Reverendo Padre Nostro quell'imperfezione spesa tutta sù di me miserabile, chè i desiderî de' miei confratelli son sinceri e puri innanzi il divino cospetto: per altro lo scopo nostro principale si era, che quelle sante risoluzioni concepite nel fervore, e quelle pratiche onde renderle efficaci e durature, venissero confermate dalla sua paterna benedizione, e così conservarcene la scrittura siccome monumento indelebile de' propositi che a suo tempo il Signore richiederà sian mandati ad effetti.
Le sarà grato il sentire ch'essi tutti perseverano ferventi nel santo desiderio, e poicchè sarebbe abusarci troppo della sua carità il moltiplicar lettere, e non conveniente tutti quì sottoscriversi, perché varî i desiderî e il grado d'intensità, però ho creduto bastante la presente, e il poterla assicurare che il Padre Reale particolarmente, ed i Fratelli Sturzo, e Lopresti Filosofi ed i Carissimi Fratelli Coppola, Mangione, e Borrello, come anche il Novizio Fratello La Rosa, si conservan grazie al Signore tutt'ora ferventi nell'affetto alle care Missioni. Io Reverendo Padre Nostro altro non bramo che secondare i divini voleri, e quindi dipendere in tutto dal cenno de' Superiori; ma in verità è da molto tempo che il Signore mi fa più sensibile per l'infelice Giappone, e poichè è indispensabile il sacrificio della vita per metter piede in quell'Impero ostinato, anche a questa corona m'invita continuamente il Signore; ed oh! Reverendo Padre Nostro mi fosse concesso [poter] prodigare per Gesù Cristo quella vita che ad ogni momento potrebbe mancarmi: oh! io non dubito che i Superiori abbian difficoltà, che [io] soggetto forse inutile alla Compagnia possa almeno conseguir questa grazia, se mi verrà concesso drizzarmi a picchiar le porte di quell'Impero, ed entrarvi pur finalmente a qualunque costo. Però per eseguire le promesse fatte al Signore, e consolidar meglio il concepito desiderio, al voto di aspirar sempre e chiedere le sacre Missioni, un altro ne aggiunsi in questa rinnovazione, di sparger cioè il sangue per la propagazione della Fede, e di affrontare intrepido ogni pericolo per l'onor divino. Oh! perchè non poss'io ora accelerar gli Anni, fornirmi presto di santità e dottrina, e correr tosto alle mie dilette Missioni! Si assicuri Vostra Paternità che il corso della vita mi sembra troppo ristretto per poter finire quanta brama il mio cuore a maggior gloria di Sua Divina Maestà: per ora non posso far altro che affrettare co' gemiti del mio cuore quel momento felice, e attender seriamente agli studî filosofici ne' quali m'impiega la Compagnia onde servirmene all'uopo, e con più fervente desiderio attendere a farmi santo. Gradisca la Paternità Vostra Reverenda gli effetti che il Signore si degna accendere nel mio cuore, e baciandole rispettosamente la mano, mi dichiaro
L'infimo de' suoi figli in Gesù Cristo
Beniamino Maria Aureo Societatis Iesu
Palermo 6. Gennaro 1851.
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Palermo - 6. Gennaio 1857. Fratello Aureo // Petit Missiones - // risposta 4. febraio
Al Molto Reverendo Padre Nostro // Il Reverendo Padre Giovanni Roothaan // Preposito Generale della Compagnia di Gesù // Roma