Molto Reverendo in Cristo Padre Generale

Pax Christi

Viva Gesù Giuseppe Maria. Per secondare gli impulsi, che, fin di prima del mio ingresso nella Compagnia, sento nel mio cuore di sacrificare i miei sudori, le mie fatiche, anzi la stessa mia vita per la salute delle anime, e per la glorificazione di Gesù, i quali si sono di giorno in giorno vieppiù aumentati, e confermati, mi sono risoluto di darne parte a Vostra Paternità, coll'occasione appunto che si presenta della partenza de' Nostri per il Monte Libano, stimandomi molto fortunato se colla benedizione di Vostra Paternità potrò con i predetti cooperarmi secondo il mio stato di fratello Coadjutore. So che esulterà il suo cuore nel sentire tali offerte, stante il di lei zelo di propagare la gloria divina, ma molto più mi terrò obbligato a Vostra Paternità se tal grazia potrò io conseguire: Prima di stendere la presente supplica, esposi questi miei desiderj al Padre Rettore di questo Collegio, il quale approvò che io le scrivessi tal oggetto. Mi credo io ora in dovere di esporle alcune cose spettanti alla mia anima, onde servano come di raccomandazione per facilitare la richiesta.

L'orazione, oltre a quella della Comunità, ne fo alcune ore di più, senza però derogare in nulla alle mie incombenze di sartore, e di ciò che occorre per il Collegio; di più la giornata e i lavori stessi sono una continua orazione per l'unione con Dio = Le comunioni sono frequenti per quanto mi viene permesso dalla Santa Ubbidienza. -Circa la mortificazione, seguito il tenore, per quanto mi si permette da' Superiori, che aveva nel secolo, cioè di astenermi dal mangiar carne, e bevere vino; digiuni in pane e acqua in varj giorni, oppur la minestra; non ceno, nè fo la colazione; dormo che 4 in 5 ore, non ostante tutto questo godo buona salute, e buone forze, nè perciò sono stato ammalato.

Sonomi pure avvezzato agli stenti del pellegrinaggio, nell'anno del Giubbileo, avrei avuto intenzione di seguitare tal vita, se non fosse stato meglio entrare nel porto della Compagnia.

Sebbene a' sogni non si debba credere e prestar fede, pure un San Francesco Saverio da quelli non in vano presentì la sua vita stentata ed apostolica; così più volte mi son sognato di essere martirizzato, e svegliandomi mi cagionava una somma consolazione. Riguardo all'ubbidienza sono pronto a qualunque cosa. per meglio informarsi del mio vivere potrà interrogarne il Padre Vulliet, da cui fui ammesso nella Compagnia, al quale dò libertà di informarla anche delle cose manifestategli ne' rendiconto di coscienza: i padri Secchi, Pedemonte, e Riccadonna le potranno anche dargliene ragguaglio. Spero che Iddio si compiacerà di darle buona ispirazione, e intanto raccomandando Vostra Paternità ai Santissimi Cuori di Gesù e Maria, passo a dichiararmi con ogni rispetto

di Vostra Paternità

Indegnissimo Servo e Suddito in Cristo

Sabbatino Nappi Coadjutoretemporale

della Compagnia di Gesù

Benevento dal Gesù li 19. Maggio 1830

Il Padre Gastaldi con quest'occasione le rinnova le sue preghiere, per quando sarà la volontà di Dio e di Maria Santissima di tenerla nel novero degli apostoli delle Barbare Nazioni, non cessando di chiederne ogni dì la grazia, come le scrisse nell'agosto passato. Viva Gesù e Maria.

Benevento 19. Maggio 1830. Fratello Nappi // Coadiutore Temporale// Fratello Gastaldi__// Petunt missiones.
Al Molto Reverendo Padre in Cristo // Il Padre Giovanni Roothaan // Preposito Generale della // Compagnia di Gesù // Roma // al Gesù