Ducis, Giovanni Maria, Genoa, November 3, 1844
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Molto Reverendo in Cristo Padre Generale,
Sono scorsi appena sette mesi dacchè scrissi per la prima volta alla Vostra Paternità, per informarla del desiderio sincero e costante che mi sento nel cuore, di consacrare tutte le mie forze, ed anche il sangue se ne occorresse la felice occasione, a pro delle povere anime degl’infedeli, le quali troppo abandonnate e mancanti di chi l’istruisca, se ne corrono tuttodì a turme degli orrendi ed eterni abissi dell’inferno.
Vostra Paternità si degnò di rispondermi per mezzo del Padre Lolli di “coltivare questi desideri e di esercitarmi nelle virtù necessariie ad un missionario specialmente nella Cina (avea io manifestato una inclinazione speciale per quella missione); che intanto attendessi a compiere il mio corso di Teologia, e che dopo il Signore farebbe conoscere la sua santissima volontà”. Or ecco che parte per cagion di vera incapacità, parte ancora forse per ottenere più presto quello che sembra dimandare da me, il Signore ha permesso che m’imbrogliassi nel mio esame di dommatica, ed ancora in un secondo esame che il Reverendo Padre Bresciani mio Provinciale ebbe la bontà di offerirmi, e che io accettai principalmente per non avere mai più veruno scrupolo di aver per propria volontà troncato gli studj e quel corso di Teologia che Vostra Reverenza mi avea raccomandato di compiere. Adesso mi trovo qui nel collegio di Genova come professore di Fisica e Matematica; e quantunque io conservi perseverante, la Dio mercé, e altamente radicato nel cuore il già detto desiderio delle Missioni, ciò non dimeno ho accettao senza difficoltà quell’impiego, il quale spero mi lascierà l’agio di studiare un poco in particolare i trattati di Teologia che non ho veduti; e di cominciare ad esercitare il santo ministero: tanto poi più che mi fa veramente compassione per questa provincia, il vedere le tante defezioni e perdite di buoni soggetti già quasi formati, le quali si sono moltiplicate in questi ultimi tempi. Dalla parte mia però, si tenga pure sicura Vostra Paternità(a), che sono pronto ad ogni suo cenno, ed è per assicurarcela, che ho giudicato doverle scrivere la presente lettera.
Oggi stesso ho avuto la sorte di ricevere la sacra unzione Sacerdotale, sicchè per quella parte non c’è più ostacolo, ne causa di dilazione. Qualcheduni mi vorrebbero ancora(b) far sperare la professione solenne, mediante un nuovo esame; ma per me che ne ho già fatto da gran tempo prima l’intero sagrifizio, come lo sa Vostra Paternità, non mi curo niente di quelle speranze, ne vi potrei essere indotto, se non se Vostra Paternità medesima, mene facesse conoscere un suo positivo desiderio. La volontà del Signore mi pare su questo particolare abbastanza chiaramente manifestata, ne quel gradi superiore mi darebbe più abilità a servire il Signore e la Compagnia, ma piuttosto potrebbe impacciarmi per modo che difficilmente poi avrei potuto ubbidire alle chiamate di Dio Nostro Signore. Sia dunque egli sempre benedetto di tutto; e gradisca Vostra Paternità la nuova e sincerissima protesta della mia totale conformità d’animo a suoi desiderj e minimi cenni. Mi favorisca ancora la sua paterna benedizione e l’ajuto delle sue orazioni e Santissimi Sacrifizi nell’unione de’ quali sono per sempre
Di Vostra Paternità,
l’Infimo in Cristo servo ed ubidientissimo figlio
Giovanni Maria Francesco Ducis Societatis Jesu
Genova (Real collegio e convitto), 3 Novembre 1844
(a) Vostra Paternità nell'interrigo
(b) ancora nell'interrigo
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Al molto Reverendo in Cricto Padre
Il Reverendo Padre Giovanni Rhoothaan, Preposito // Generale della Compagnia di Gesù, nella casa professa // della medesima Compagnia // Roma.